Eccolo, pensai.
Era tornata, quella parte di lui così passionale, intensa e ardita, era tornata.
Mi riusciva difficile conciliare quell'ardore, quella foga, quella passione incontrollata con il suo sguardo tenero, impaurito, imbarazzato, che mi faceva impazzire, mi attraeva, mi seduceva.
Eppure non sapevo spiegarne il motivo, ma appena l'innocente pittore lasciava il posto al misterioso amante passionale come nessuno mai, perdevo totalmente il controllo.
Più mi assaporava, giocando con la sua lingua che mi portava oltre ogni limite, più mi sentivo sua, inequivocabilmente.
Quel gioco, così ardito e intenso, mi consumava piano, sempre di più.
Sentivo il fuoco in me espandersi sempre di più, alimentato da quelle labbra così abili, da quella lingua così insaziabile e vogliosa.
Potevo sentire il mio corpo abbandonarsi, piano piano, e perdere il controllo.
Ormai non ero più la regina, ero unicamente una donna, in balìa del desiderio e della passione di quel mortale, che con così tanta devozione mi uccideva lentamente, usando come arma un piacere talmente intenso da risultare quasi insopportabile.
Quel piacere che si faceva strada dentro di me, che mi sconvolgeva, mi faceva perdere il controllo, mi divorava.
Non riuscivo a trattenere i gemiti, né a restare ferma.
Cercavo qualcosa a cui aggrapparmi, come se tutto quello stesse per sopraffarmi, ma non avevo nulla.
Avevo la testa buttata all'indietro, e gli occhi ora spalancati, ora chiusi, ora percorsi da una luce intensa e viva.
"Icarius..." sussurrai, poi, con la voce impastata di passione, resa poco ferma dal piacere, resa intensa e appassionata del desiderio che ormai mi consumava "Non capisco più niente.." ammisi, in un sussurro.
Ultima modifica di Clio : 08-03-2017 alle ore 10.54.37.
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