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Vecchio 08-03-2017, 17.42.28   #1994
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Icarius si stese sul corpo nudo e vibrante di Clio e lei subito lo accolse generosa, per poi racchiuderlo fra le sue braccia e le sue gambe.
Lunghe carezze cominciò a regalargli, con le sue mani lungo la schiena di lui e le sue gambe contro quelle del giovane pittore.
I loro corpi aderivano perfettamente, in ogni parte, come se appartenessero ad un'unica cosa divisa tempo fa in due perfette metà.
“Come sei bella... come sei bella...” disse lui, per poi posare e strofinare il suo viso sui caldi seni di lei, con un movimento carezzevole.
E poi prese in bocca quei bei seni, fra le labbra umide e sospiranti i capezzoli di lei, assaggiandoli con lievi carezze.
Allora la fece sua, premendo il suo corpo contro quello di Clio.
Entrò dentro di lei, con dolcezza prima, con ardore poi, aprendola al suo impeto, alla sua passione, al suo Amore.
La regina così si sentì come in mezzo ad un oceano infinito, indomito, insaziabile.
Cominciò a percorrere alte onde che si elevavano e si gonfiavano, sbattendola qui e là, come nel cuore di una selvaggia tempesta.
Un oceano sterminato, una bufera che sembrava racchiudere il potere primordiale della natura.
Il potere primordiale dell'istinto, del vigore e della passione.
La regina era fra quelle onde che la facevano sobbalzare, sussultare, salire e scendere.
Più e più volte.
Il suo corpo sbatteva forte contro quello di lui, che insaziabile la dominava.
Lui la penetrava e con il suo impeto entravano in lei le onde indomabili e selvagge di quell'oceano.
Penetravano fra le sue gambe, dividendosi nel suo ventre facendola gemere, fremere, gridare.
Onda su onda, rotolandola tra la spuma bianca e la salsedine resa incandescente dal Sole ardente della passione.
Clio era come inerme, indifesa sotto quei colpi, quella forza, quel dominio sessuale a lei sconosciuto fino a poco tempo prima.
Mai avrebbe creduto che un uomo, un semplice mortale, potesse avere tanta forza.
Potesse avere quella vigoria in grado di dominarla e domarla, quasi persino spaventarla.
E continuò.
Continuò a guidarla in quella tempesta col suo timone in grado di dominare il vento impetuoso della passione e le onde selvagge dell'Amore.
E quando giunse l'onda più alta, più forte la travolse in pieno, invadendola con tutta l'energia di cui quella tempesta era capace.
E la travolse, riempiendola e ricoprendola, fino a spingerla sulla bianca e calda sabbia di un'isola deserta e sconosciuta, dove poi l'impeto mutò in sollievo e dolcezza.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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