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Vecchio 19-03-2017, 03.34.51   #2528
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Il suo sguardo nel mio, le mie mani che dolci accarezzavano il suo corpo perfetto, sudato, eccitato.
In un'adorazione continua.
Sentivo in me il viscerale desiderio di donargli piacere, di amarlo in ogni modo possibile, in ogni tempo, in ogni spazio.
Volevo rendere quell'uomo il più appagato, felice, e soddisfatto di tutto l'universo.
Mi sarei fatta schiava solo per poterlo servire, ancora e ancora.
Quasi mi leggesse nel pensiero, il suo sguardo mutò.
Tutto mutò.
Seguii docilmente i suoi movimenti, buona buona, senza dire nulla.
Ero troppo eccitata, troppo estasiata, troppo innamorata per parlare.
Il suo corpo guidava il mio, facendolo voltare, inginocchiare, finchè non mi trovai com'ero poco prima, con le mani che stringevano quelle morbide lenzuola.
Sentivo il suo corpo sul mio, le sue mani che mi stringevano forte i seni.
Finchè non lo sentii in me, forte, potente, lasciarsi andare, perdere il controllo.
Farmi sua, come forse non ero mai stata.
Sua oltre ogni immaginazione, oltre ogni confine.
Mi prendeva con una foga e uno slancio che mi sconvolgevano, mi conquistavano, mi uccidevano.
Ancora e ancora.
Sentivo il piacere nascere e crescere in me, come mai prima di allora.
Mai mi ero sentita così, mai mi ero sentita tanto amata, desiderata, dominata, domata, sottomessa.
Mai un piacere così forte mi aveva attraversato, sconvolto, reso folle d'amore e di passione.
Ero esterrefatta, incredula, sopraffatta da come mi facesse sentire tutto quello, dall'intensità con cui mi prendeva, dal piacere che ogni suo movimento mi provocava.
Era sempre più intenso, sempre più sconvolgente, sempre più folle.
Mi ero lasciata completamente andare, facendomi trasportare dalla sua foga sfrenata con cui mi faceva sua.
Così mi sentivo: sua.
Gridavo, scossa, sconvolta e sopraffatta da quella passione, da quel piacere, da quel godimento, da quell'amore.
Gridavo come fossimo soli al mondo.
Gridavo come fosse l'unico modo per trovare sollievo da quell'incontrollato piacere che continuava a sconvolgermi.
E godevo, come nemmeno credevo fosse possibile.
Ancora e ancora.
Preda di quella folle corsa in cui i nostri corpi sembravano infaticabili.
Abbandonata alla sua foga incontrollata.
Dominata dal suo amore irrefrenabile.
Sopraffatta dal piacere più intenso mai provato.
Innamorata più che mai di quel meraviglioso mortale.
In una parola: sua.
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