Disattivato
Registrazione: 16-09-2012
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Ero stremata, sopraffatta, dominata.
Ormai avevo l'intero avambraccio appoggiato a quel morbido letto, teatro del nostro Amore incontrollato, della nostra passione indomita, del desiderio sfrenato.
Il mondo, l'universo, persino il tempo avevano smesso di avere importanza per me, cancellate da quell'ardore che mi consumava, da quel fuoco che mi divorava, sempre di più, sempre più potente, forte, come mai prima d'ora.
Potevo sentire la sua foga, la sua passione, liberarsi, sfogarsi, correre libera in me, e portarmi con lui, in quell'incredibile e unica corsa sfrenata verso il piacere più intenso, più sconvolgente.
Le sue mani che mi tenevano stretta, il suo corpo contro il mio, il suo essere in me così intensamente, fino a raggiungere le corde più profonde della mia anima.
Ormai nessun pensiero lucido affollava la mia mente, si erano tutti nascosti per lasciare spazio a quell'incontrollabile piacere che ormai mi divorava.
Un piacere oscuro, intenso, forte, quasi doloroso, eppure sublime, eccitante, inebriante.
Un piacere capace di diffondersi ovunque, in ogni fibra del mio corpo, in ogni pensiero, in ogni angolo del mio cuore.
Un piacere che non lasciava posto a nient'altro, che non fosse il nostro Amore.
Quasi senza accorgermene mi voltai, per scrutare il suo viso.
Volevo vederlo ebbro d'Amore, folle di passione, vinto dal godimento.
Volevo vedere il suo sguardo, catturare la sua espressione, leggervi ogni emozione, e farla mia.
Eppure mi persi tutto quello.
Mi persi la meravigliosa vista di lui eccitato, folle, vinto dal piacere, perchè altro catturò la mia attenzione.
Allora il mio sguardo divenne di fuoco, mentre il mio sangue già caldo iniziò a ribollirmi nelle vene.
Il mio primo istinto fu quello di caricare un martello, e scaricarglielo dritto in faccia, senza dovermi spostare.
Quella specie di donna non poteva permettersi di toccarlo.
Nessuna poteva anche solo pensare al mio Amore.
Ero furiosa, incredibilmente furiosa.
Stavo per agire, per scaricare quel potentissimo pugno su quella figura ripugnante.
Ma un barlume di lucidità mi bloccò.
Non è reale...
Ti stai suggestionando...
Quel pensiero si instaurò nella mia mente.
Pensa, Clio...
Pensare, che cosa difficile da fare in quel momento.
Come è entrata qui? Non l'hai sentita, non senti il peso sul letto.
Non volevo rovinare quel momento, non volevo distrarlo né spaventarlo.
Allora decisi di avere fede in quel pensiero così vivido.
Mi voltai nuovamente verso il muro, chiusi gli occhi, e scrollai la testa, come se quel gesto avesse il potere di allontanarla.
Alla fine, li riaprii e mi voltai di nuovo verso di lui.
Se fosse stata ancora lì, l'avrei uccisa.
Avrei ucciso qualunque donna si fosse permessa di toccare il mio unico Amore.
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