Citazione:
Originalmente inviato da Altea
Devo ammettere sir Guisgard in questo pezzo avete scritto in modo eccellente, avete fatto rinascere la vostra dote, che vi ho sempre detto, di scrittore. Sebbene non ami il professor Ordifren...  ..un pò questo viaggiatore ha intrapreso quello che Altea ha fatto nel Tropico Lunare per trovarsi con lo stesso professore in quel luogo che celava un Regno dove, probabilmente, Altea aveva trovato una sorta di antenata in cui si reincarnava.
Poi questo racconto ha un chè di avventuroso, sognante e romantico..da non potersi non innamorare. Forse per la vicinanza della Mitteleuropa a dove vivo, ho immaginato questo viaggiatore nel famoso Orient Express e viaggiare per le varie stazioni dell' Europa dell' Est e della Tundra.
Davvero ammirevole ed ammagliante milord, sapete gli apprezzamenti quando li dico sono veritieri.
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Come sempre, lady Altea, siete gentile e generosa con le vostre parole e vi ringrazio.
Questo frammento, come il precedente, al di là dello scenario che descrive, reca al suo interno segni e metafore, quasi un significato celato oltre il suono delle parole stesse.
Tra le immagini gotiche, inquiete ed anche in un certo senso romantiche che racconta, mostra anche qualcosa di enigmatico, sfuggevole, ambiguo.
Citazione:
Originalmente inviato da Lady Gwen
Interessantissimo questo frammento, Milord, soprattutto in quanto simile all'incipit di "Dracula", romanzo che io amo alla follia e che ho (ri)letto numerose volte. Anche l'ambientazione sarà la medesima, ovvero seconda metà dell'ottocento?
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In un certo senso avete ragione, milady.
Con la differenza però che i grandi romanzi gotici dell'Ottocento narravano di meravigliose invenzioni, donandoci così personaggi e figure di inquietante fascino.
Qui invece le parole sfuggono, mutano, si deformano poiché narrano una letteratura diversa.
E' la letteratura della notte, dell'errore, della paura e del peccato.
E' la letteratura degli incubi, delle miserie, della bruttezza e dunque della realtà.
Quanto all'ambientazione, come scriveva il geniale Washington Irving, “nulla richiede più fantasia ed immaginazione ad uno scrittore che il descrivere l'epoca di cui racconta”