Discussione: Enigmi a Camelot
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Vecchio 12-04-2017, 14.31.02   #3176
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
"Vi sono luoghi ed oggetti, proprio come gli uomini, che possono subire vessazioni e persino possessioni da una qualche oscura forza."
(Adso da Montier-en-Der)


Nei corridoi fitti e primordiali della foresta di Uaarania, fra querce nane e cupi noci che sembrano tastare il terreno con i loro rami grotteschi e deformi, tronchi che brillano sinistri per la fosforescenza di funghi e bacche sconosciute, abitano le ombre figlie delle tenebre.
La foresta confina in due punti con le terre abitate, sebbene sarebbe sacrilego scoprire dove.
Qui, secondo miti e leggende, forse solo vecchie superstizioni, si verificano da sempre eventi inspiegabili e misteriose sparizioni.
Attraverso questi primordiali e fosforescenti corridoi fra tronchi giganteschi e spettrali si raccontano di eventi sinistri, di un paganesimo dimenticato e di un peccato ancora vivo.
Si narra, o forse si crede, che al centro della foresta sorga un antico maniero, una fortezza maledetta che la gente del posto finge oggi di aver dimenticato o di non averci mai creduto.
Vagando al chiaro di una Luna magica e spettrale si può trovare la strada, rivelata da grotteschi funghi che, non lontano da pietre misteriose, ruderi di un passato barbaro e pagano dove i vecchi abitatori ballavano e facevano sacrifici, sembrano più grassi e meglio nutriti.
E proprio la luce emessa dai funghi più robusti e vigorosi si rivela una distesa grigio verde, dall'aspetto sinistro, racchiusa dall'alto dall'intrico del bosco.
Qui le ombre sciamano da tane ancestrali e misteriose, fino a riempire ovunque quel luogo.
Allora si può vedere finalmente il vecchio castello che appare come un rudere addormentato fatto di granito scuro ed informe, su cui si stagliano le pesanti e consumate costole delle travi.
Le alte e diroccate torri si inerpicano quasi a fatica verso il cielo, come a simboleggiare la sofferenza della Torre di Babele nel portare gli uomini verso Dio, sovrastate da lacrime spettrali disegnate dal volgere infinito ed immutabile della Via Lattea.
Qui oltre un arrugginito cancello dagli intricati ed indecifrabili disegni di ferro battuto e racchiuso da due pilastri segnati dal Tempo, si può vedere l'ingresso del maniero.
Un'alta e pesante porta di pietra costruita in un arco di cocci rozzamente squadrati da l'accesso al castello.
Ma sulla parte più alta di quella cupa soglia, quasi a simboleggiare l'indicibile porta degli inferi, troneggia una lapide, sulla quale sono scolpite queste oscure parole:

"Abbi, amico mio, fede e vedrai
che poi l'ordine finalmente avrai.
E la messa in opera con accortezza,
Ma adesso porta soltanto pazienza."


Questo è ciò che raccontano i pochissimi che hanno visto il castello del misterioso Dottor Ordifren e pare che solo decifrando il significato di quella lapide si può poi entrare nel maniero.

E voi, dame e cavalieri di Camelot, sapete risolvere questo arcano ed entrare così nel secolare castello del folle scienziato per il prossimo Gdr?
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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