Elyse raggiunse i suoi alloggi, restando a lungo davanti allo specchio, interrogandolo e forse interrogando se stessa.
Poi si preparò per la notte e si coricò.
Dopo un po', nonostante l'inquietudine ed il turbamento, la bella regina cadde addormentata.
“Cerco l'avventura...” disse lui fissandola con i suoi occhi azzurri “... una storia non ancora scritta... una storia senza ancora un finale... e poi cerco il mare, azzurro e sconfinato... venti impetuosi, correnti ostili da sfidare e rotte da scoprire... cerco le onde di un orizzonte senza fine, magari un'isola soltanto mia, con la Luna incantata, stelle sconosciute che brillano solo per me ed una donna che mi segua in capo al mondo...” mentre si liberava di quelle catene.
Lei allora si sentì indifesa davanti a lui, accorgendosi di essere completamente nuda...
La regina si svegliò di colpo, nel cuore di una notte ancora lunga ed inquieta.
Intanto i tre prigionieri erano rinchiusi in cella.
“Finiremo male stavolta...” mormorò il grasso “... stavolta ci lasceremo le penne... che siano dannate queste donne...”
“Già, tanto belle, quanto malvagie...” fece lo scuro.
“Piantatela di fare i menagrami...” quello dagli occhi azzurri “... dopotutto siamo ancora vivi, no?” Sedendosi a terra e fissando la luce fioca della notte che filtrava dalle grate in alto. “Mi chiedo cosa vogliano da noi queste donne... potevano ucciderci subito, se solo avessero voluto... che città è mai questa? Retta solo da donne... come uno dei miti antichi...” con gli occhi verso il bagliore del firmamento notturno.