Rodolfo e gli altri raggiunsero il palazzo, consegnando così il cadavere dilaniato della ragazza ai medici del barone.
“Tra breve il barone d'Altavilla vi riceverà.” Disse Rodolfo ad Eeila.
Andarono così su una loggia preceduta da alcuni bassi gradini che sovrastava uno dei cortili interni.
Sotto c'era un corridoio dal quale passavano i servi.
Ad un tratto qualcuno, non visto dalla loggia, si ritrovò in quel corridoio, notando dalle ampie fessure nei mattoni coloro che stavano sopra ad attendere il barone.
Soprattutto notò Eeila.
La bella sacerdotessa indossava un abito leggero, esotico e succinto, che generosamente mostrava gran parte delle sue grazie.
Quell'uomo, ben celato, guardava le snelle e lunghe gambe di lei, apprezzandone la bellezza.
“Che bellissime gambe...” disse piano, in modo che solo Eeila potesse sentire “... bianche... lisce... snelle... lunghe... e che piedi delicati...” fissando i suoi sandali d'oro “... di certo sono le gambe di una regina... o forse di una dea...”