Quelle parole, così dolci e intense, riuscirono ad arrivare al cuore.
Amore mio..
Nessuno mi aveva mai chiamato così, nessuno mi avrebbe mai chiamato così.
Lui era il mio amore, e io ero il suo.
Lui era il mio cavaliere e io la sua regina.
Nulla esisteva al mondo di più forte del nostro amore.
Quella consapevolezza era sconvolgente, come se in quel momento avessi trovato il mio posto.
Era quello, il mio posto, il mio trono, il posto della regina, mentre il posto della donna era sotto quel corpo meraviglioso che mi possedeva con impeto e passione.
Mi lasciai andare, completamente questa volta.
Mi lasciai andare in quella folle corsa in cui spingeva e affondava ancora e ancora.
Mi lasciai andare, liberando il mio corpo dalle restrizioni della provocazione e della sfida.
Il mio corpo era già allo stremo, e quell'instancabile danza ebbe il potere di sconvolgermi, di portarmi al limite, e anche di più.
Sentii il mio corpo sconvolto dal fuoco più intenso, dal piacere più forte.
Lo sentivo scalpitare in me, crescere, bramare il controllo completo sul mio corpo per poi esplodere.
Allora dovetti aggrapparmi ai braccioli, e gridai.
Gridai libera il mio godimento, il mio piacere, il mio amore.
Gridai senza preoccuparmi di nulla che non fosse vivere fino in fondo quel momento.
E quando lui, vinto da quella passione senza pari, gridò con me, il mondo per un momento si fermò.
Nulla avevo mai conosciuto di più forte e intenso di quel momento, in cui le nostre voci, i nostri corpi, le nostre anime, i nostri cuori.. battevano all'unisono.
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