Non credevo potesse esistere qualcosa di così travolgente, assoluto e totale.
Non ero più io, non era più lui, eravamo
noi.
Un'unione nel senso più alto e sublime del termine.
Quel culmine, l'apice della nostra danza, tutto assunse finalmente senso, come il compimento di qualcosa di unico e indescrivibile.
Dopo quel momento, seguì un silenzio lungo e satollo, appagato, sereno, durante il quale io mi accoccolai sul suo petto, stringendomi a lui.
Rimasi per un po' ad occhi chiusi, cercando di regolarizzare il battito e la respirazione, sentendomi avvolta dal sottile e umido velo del calore di quell'amplesso sotto forma di piccole goccioline di sudore, poi alzai gli occhi su di lui, rimanendo ad osservarlo.
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