Capita sovente che nell'ultimo mio giro di ronda scorga, tra le stradine strette di Camelot, qualche solitario e segreto innamorato che dedica ad un balcone dormiente una serenata di solitudine e malinconia.
Ed io, con la mia armonica, la reciterò per voi stanotte...
Il cielo è in fiore di stelle scintillanti e inondato dalla luce di una Luna segreta.
E' una notte di brughiera e di sassi nella bruma ammantata di rose attecchite nei sospiri del cuore.
La grande rupe menomante accanto ai fior di ciliegio, ai mandorli maturi ed ai fichi d'India, segna tra gli antichi bastioni assopiti la prossima ora dell'alba, quando la vaga e lieve foschia di Venere nascente cede il passo alla fresca brezza degli ultimi astri morenti.
Conosco Camelot da infinite notti senza donne, nel vespro blu di San Michele dove pendono tralci di bianchi fiori da rami del sorbo selvatico.
Gli innamorati dicono che la loro fragranza è forte ed ardente e per questo li colgo.
Perchè si narra che colei che s'addormenta in questo olezzo sogna poi per tutta la notte mari e monti lontani, di isole felici e città svettanti.
E dunque, quando dopo la Mezzanotte, dolce t'addormenterai tra le eriche e le betulle, tu sognerai di me mentre respirerai di questi miei fiori il profumo, i sogni e la magia.
Avrai un sonno di bucoliche danze, di liete musiche, di canti ed echi di storie che con me vivesti eroina.
Ed io riderò nel cuore poiché, fuori dal mondo e da ciò che non è questa notte, tu scorderai ogni cosa e soltanto di me sognerai.
Di me che non ero alle festa, né per le strade, ma su questo palco di maschere ed ampolle, tra giochi e segreti, a ricamare storie mai lette di finali mancanti, come fiori e diademi per incoronarti regina di ogni mio scritto.
Buonanotte, Camelot...