Non sarebbe stato facile, per niente, ma era una sfida degna di Ishtar, dopotutto.
Anche se, dopo gli infrarossi avrei trovato una porta in titanio 0016 ad aspettarmi.
Una cosa alla volta.
Ora dovevo pensare a quegli infrarossi.
Impostai i sensori della mia tuta sugli infrarossi, in modo che mi mandassero delle vibrazioni se mi avvicinavo troppo al laser.
Poi presi un profondo respiro e iniziai a muovermi, agilmente tra quei raggi, calibrando ogni movimento, ogni spostamento d'aria, seguendo sempre gli avvisi della tuta.
Dopotutto un movimento sbagliato e sarei finita nei guai.
Ma io ero una professionista e ci misi tutto l'impegno di anni di addestramento.
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