Quello sguardo nel mio, e quel silenzio.
Un silenzio che rispettai interamente, perchè anche quello fa parte della terapia.
E non tolsi mai, mai, lo sguardo dal suo.
Un po' per cogliere ogni sfumatura nel suo sguardo, un po' perché... diamine quegli occhi sono davvero belli.
Ascoltai le sue parole, e contemporaneamente percepii quel ricordo.
Un ricordo forte, potente, la stessa donna che avevo visto nella sua mente all'università.
Sorrisi, un sorrisetto leggero che non lasciava trasparire alcuna emozione.
Eccolo, il suo punto debole.
Aveva creduto di avere il vero amore e l'aveva perduto, e il solo ricordo gli aveva fatto abbassare lo scudo.
Ancora non sapevo come usare questa informazione per la mia indagine, a me interessava il merlo, ma in ogni caso archiviai l'informazione come qualcosa di prezioso, perchè conoscere i punti deboli di un possibile nemico è solo tanto di guadagnato.
Io non avevo la certezza che lui fosse un nemico, ovvio, ma troppe cose non quadravano.
E poi c'era il merlo... sempre il merlo, non poteva essere una coincidenza.
Non mi sfuggì, da psicologa, il suo tono né le sue parole.
Anche senza il ricordo sarebbe stato chiaro che lui sì, aveva amato, ma non era stato riamato abbastanza.
Lo guardai intensamente, e poi sorrisi.
"Lei è troppo in gamba per quelle frasi da cioccolatini, direi.. quelle che riservo ai miei clienti più esposti, più deboli, un po' come la ragazza di prima che deve ricominciare.." sorrido appena, come chi sa di cosa sta parlando
Lo dissi apposta, in realtà, per metterlo a suo agio e lasciarlo impreparato per la frase successiva.
Infatti poi lo guardo negli occhi, attentamente.
"Ma le dirò una cosa, su cui credo concorderà con me, non è retorica né psicologia da quattro soldi, ma solo una realtà di cui sono fermamente convinta..." uno sguardo intenso e penetrante "Nulla accade per caso, a volte ci sono momenti in cui i dettagli della vita si incastrano così bene, che tutto sempre avere improvvisamente senso, magari un senso diverso da quello che gli avevamo dato in precedenza...".
Non so bene perché ho detto quella frase, ma voglio capire fino a che punto sa di me, fino a che punto sospetta.
Non sa niente? Oppure come me è qui per cercare informazioni?
"Dopotutto è un po' come con le persone no? Chi può sapere cosa siamo realmente quando nessuno ci guarda?" con un sorriso enigmatico e intenso.
A quel punto, riprovo ad accedere nella sua mente, sperando che la crepa introdotta dal ricordo dell'amore perduto sia ancora aperta per permettermi di vedere altro.
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