Eccola, l'ammissione.
Lui aveva detto che poteva andare, non l'aveva invitata.
Lei si era autoinvitata.
Lo sapevo...
Ci avevo sempre visto giusto su di lei, che voleva a tutti i costi incollarsi a Guisgard.
Mi ricordava un personaggio di alcuni miei film preferiti, che invece di vivere la sua storia rincorreva in lungo e in largo il protagonista, per restare poi a bocca asciutta dato che lui aveva già la sua storia d'amore.
Ma il problema qui non era la donna.
Lui nemmeno si era accorto che ci stava provando disperatamente, lui proprio non aveva la percezione della realtà.
Male, signor Guisgard, molto male...
Non lasciai mai il suo sguardo, nemmeno per un istante.
Nemmeno quando la donna blaterò che quello non era un appuntamento.
"Certo, gli appuntamenti sono per due...." senza togliere lo sguardo dagli occhi di Guisgard.
Ancora niente? Ancora non capisci?
Quella cosa cominciava ad incuriosirmi, dovevo ammetterlo.
Viveva proprio fuori dal mondo, rinchiuso nei suoi ricordi.
No bello mio, sei qui, e ci sono delle regole di buona educazione...
Lui proprio sembrava non capire, essere estraneo a ogni codice di comportamento tra i sessi.
Ne hai bisogno eccome di terapia, diamine!
Sì, il viaggio sarebbe stato lungo e tortuoso, ma sicuramente ne valeva la pena.
Come si può vivere in quel modo?
Poi percepii quel pensiero su di me, il secondo in poco tempo.
Bravo, facciamo progressi...
Sorrisi appena, un sorrisetto divertito, malizioso, enigmatico.
Oh, non sai nemmeno quanto, caro mio...
Finii di mangiare in silenzio, facendomi gli affari miei.
Ero davvero curiosa di scoprire se avrebbe capito qualcosa, se mi avrebbe detto qualcosa una volta soli.
Chissà...
|