Niente, silenzio assoluto.
Eh ma non si può nemmeno scherzare!
Se non altro, non era una gran vita quella a cui lo strappavo, non che a me fregasse qualcosa, intendiamoci.
Un lavoro è un lavoro, e una missione è una missione.
E io portavo sempre a termine le mie missioni.
Lo guardai negli occhi, quegli occhi senza espressione.
Diamine, ragazzo mio, un po' di vita...
Non feci in tempo a sospirare, che qualcosa di scuro e veloce si abbatté su di me.
Il merlo!
Ancora il merlo!
Dovevo immaginarmelo...
Mi spaccò la maschera, e mi graffiò il viso.
Che diamine!
I miei occhi ora erano esposti, visibili, e fissi in quelli azzurri di Guisgard.
Mi chiesi se ci avrei mai visto dentro delle espressioni, prima di vederli impallidire nel rigido e freddo spasmo della morte.
Chissà come sono quegli occhi eccitati, ardenti, arrabbiati.
Sarà capace di provare emozioni?
Chissà...
Un sorrisetto divertito mi si dipinse sul viso.
Scopriamolo...
Lo guardai, uno sguardo intenso, acceso, determinato.
"Andiamo... lasci combattere il tuo amichetto al posto tuo?" con aria impertinente, e un sorrisetto malizioso.