|
Appena chiuse la telefonata allungai la mano verso la scatolina delle salviette umidificate, un lusso che io potevo permettermi.
Me le passai sulle mani come se anche solo guardandomi nel sensorphone quella cosa mi avesse sporcato.
Già mi immaginavo la stampa quanto ci sarebbe andata a nozze con quella dimostrazione di progressismo.
E ci mancava solo che vincesse, poi!
Già, ci mancava solo quello!
Tamburellai con la mano sul tavolo.
Oh ma potevamo fare di meglio, pensai, oh, eccome se potevamo.
E dire che noi avevamo una stella, avevamo chi poteva rimettere quella specie di essere umano e i suoi compagni a posto per sempre.
Ma no, lui aveva dovuto buttare via tutto, tradire la Squadra per il suo tornaconto.
Strinsi forte i pugni per la rabbia.
Cercavo di non pensarci, perché ogni volta che mi tornava in mente poi passavo la giornata furiosa è intrattabile.
La mia segretaria lo sapeva bene.
Feci rientrare il capitano, e gli raccontai tutto della telefonata.
Parlavo senza guardarlo, ma lasciando che il mio sguardo vagasse oltre la finestra che dava sulla città sterminata.
Dopo il racconto restai in silenzio per un lungo istante.
"Non lo voglio vedere nemmeno sul podio, chiaro?" Voltandomi verso il pilota "Qualunque cosa pur di batterli quest'anno..." scuotendo la testa.
"Mi credi che mi ha fatto venire voglia di correre io stessa solo per buttarla fuori strada? O buttarlo.. qualunque cosa sia..." stringendo i pugni.
|