Mi alzai cauta, sperando di non fare rumore, mi avvicinai al tavolo e presi il falcetto argenteo e quello dorato e lo attaccai alla cintola della clamide posi tra i due falcetti tre ramoscelli di vischio, mi guardai un ultima volta allo specchio, probabilmente non mi sarei piu’ potuta specchiare, vidi il mio volto tirato, i miei capelli bruni in uno scompiglio di morbidi ricci…uscivano fuori dalle tre trecce……riposi lo specchio e guardai la mia spada poggiata sul camino…….non l’avrei portata con me…..contro il male non c’e’ spada che regge……diedi un bacio ad “Artemide” e uno ad “Ecate”………….chiesi a mera di proteggerle cosi’ come aveva fatto con me……le diedi un bacio sul capo ed uscii fuori…… Selene era alta nel cielo…….” O luna tu che sei una e trina,racchiudi in te il volto di fanciulla, madre ed anziana tu che guardi al passato, al presente e al futuro, regina delle tenebre e dell’oltretomba, tu che hai libero accesso al mondo degli inferi, al mondo degli uomini e a quello degli dei, tu che sei portatrice di giustizia illumina il mio cammino che sia dalla vita alla morte o che ridoni la vita per uscire dalle tenebre….” La natura intorno a me ebbe un fremito, la foresta prese vita, sentii la voce degli alberi e il respiro degli animali nascosti in attesa di un solo ordine…….quello della Dea Madre, Selena in alto era piena e fertile e da lei si sprigiono’ un fascio di luce argenteo che illumino’ il mio cammino
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