Non tralasciavo nemmeno un angolo della sua schiena, anch'essa impeccabile in quel complesso di sinuosa perfezione.
La sua espressione era rilassata, gli occhi chiusi e il tono di voce basso, come a non voler interrompere il momento.
Sorrisi al suo complimento e continuai ancora, beandomi io stessa di quel contatto.
"Allora ho un mestiere in mano, in caso la mia attività dovesse naufragare..." dissi ironicamente.
A malincuore, mi allontai da lui, raggiunsi la macchina fotografica e lo guardai.
"Bene. Iniziamo" sorridendo.
Un attimo dopo, il rumore del primo scatto aprì le danze.

Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk