Non mi sembrava vero, quella stanza solo per me, nessuno in giro.. nessuno.
Mi sentivo come una bambina per la prima volta al parco giochi, mi abbandonai ad un euforia senza pari, buttandomi prima sul letto morbido e soffice, ma poi mi concessi un lungo bagno.
Da quanto tempo non facevo un bagno?
Da quanto tempo non potevo starmene lì, a mollo, persa nei miei pensieri per ore e ore?
Forse la gente comune non apprezza abbastanza una cosa come quella, non apprezza quel silenzio, quella solitudine, quella quiete che per noi erano qualcosa di impensabile.
Restai lì per ore, cercando di ricordare la persona che ero prima, e immaginando ora la mia nuova vita, con la mia nuova identità.
Sapevo che ce l'avrei fatta, anche se non sapevo come, e non mi importava.
Dovevo solo andarmene di lì, lontano, dove nessuno conosceva Laika e vivere una vita normale, una vita che fosse solo mia, lontano da tutto e tutti.
Non mi sembrava vero, mi lavai almeno tre volte tutto il corpo, mi sentivo ancora addosso il sudiciume della prigione, l'odore delle altre donne, il disprezzo dei secondini, la sbobba da mangiare sempre uguale.
Mangiare! Mi illuminai a quel pensiero, potevo ordinare quello che volevo, e mangiare quello che volevo!
Ormai ero così abituata a mangiare quello schifo che stava incominciando a piacermi.
Allora mi sporsi leggermente verso il telefono, senza uscire dalla vasca e chiamai il servizio in camera, ordinando le cose che più mi ispiravano dal menù.
Com'era bello ricominciare a vivere poco a poco... tornare ad essere una persona e non più un numero.