Il cigno intanto volava nella notte.
Il vento, a tratti, sembrava prima sospingerlo verso la fuga, poi invece costringerlo a scendere e non andare oltre quel luogo.
Così, volando presso le torri del palazzo, all'improvviso, una rete d'orata e robusta lo catturò dolcemente.
Due uomini poi lo portaro al cospetto del loro padrone.
Questi era intento a giocare da solo una partita a scacchi.
"Si dice" cominciò a dire senza voltarsi verso Elisabeth, che nel frattempo era ritornata donna, "che ogni uomo, per tutta la vita, giochi una partita a scacchi. Qualcuno afferma che la si gioca contro la propria fortuna, qualche altro contro l'amore, altri invece credono che questa partita abbia come avversaria la morte."
Poi, alzatosi, si avvicinò alla ragazza. Quella maschera non lasciava trasparire emozioni.
"Giocatevi bene questa partita, mia signora" disse con un filo di voce "perchè l'Inferno, quello vero, è peggiore di qualsiasi prigione terrena. Anche di una prigione dorata come questa..."
Lo sguardo di Elisabeth finì, quasi involontariamente, sul ritratto di quella donna tanto simile a lei.
Ed incredibilmente la sua espressione era cambiata.
Come se la donna del ritratto, sorridente fino a poco fa, si fosse rattristata e spaventata. Come se i suoi occhi avessero visto il male assoluto...
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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