Il sole, i prati verdi, gli alberi e i loro frutti pronti per essere colti, le passeggiate fuori le mura di Camelot, sdraiarsi sulla riva di un ruscello ed ascoltare la voce della natura....
Pensavo a tutto questo mentre ero accovacciata con la schieda addosso al muro gelido della segreta. Una lacrima voleva scendere ma non potevo farmi vedere stanca e quasi disperata dal mio compagno di ventura.
Ricacciai quella lacrima con forza. Mi alzai di impeto e dissi con ira:
"Una via d'uscita c'è. Siamo entrati dalla porta? Bene! Dalla porta usciremo!"
Mi avvicinai alla porta. Chiamai la guardia e con la delicatezza e il fare che spesso le donne usano, dissi a quel guerriero:
"Mio prode cavaliere..siete un vero cavaliere, vero? Come potete ben vedere sono una signora. E per quanto la mia attuale condizione sia di inferiorità rispetto la vostra...non potete permettere, comunque, che mi si manchi di rispetto. Ho fame e sete. Portatemi quel che vi aggrada, ma portate qualcosa. Se muoio...sarete voi a pagarne le conseguenze..o sbaglio?Suvvia...un tozzo di pane e dell'acqua fresca...per una signora"
Non sentii proferire nulla dalla bocca del guerriero..ma il mio messaggio dovrebbe aver sortito effetto.
"Presto Guisgard! Dietro alla porta! Quando torna lo stolto...,mi raccomando: forte sulla testa!"
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