L'uomo dalla maschera ascoltò in silenzio Elisabeth. E quando questa ebbe finito di parlare, egli rise di gusto.
"Mia signora" cominciò a dire con tono beffardo "le vostre conoscenze? La vostra preparazione? Nessun uomo o donna è artefice del proprio destino. Nessun essere umano forgia da sè la propria vita. Siamo tutti attori protagonisti di un immenso dramma. O farsa, se preferite. Tutto ciò che dovete sapere è quanto io vi ho raccontato. E tutto ciò che dovete fare è seguirmi in tutto ciò. Il resto verrà da sè."
Poi battè dolcemente le mani e da una porta laterale entrò una donna anziana.
"Questa è Caitli e si occuperà di ogni vostro bisogno" riprese a dire "ad essa affiderete la vostra persona."
Detto questo, lasciò la stanza ed andò via.
E appena rimaste sole, Caitli cominciò a fissare Elisabeth con infinita tenerezza ed immensa dolcezza. Il suo sguardo sembrò, per un momento, abbandonare quell'espressione stanca e dimessa, mentre le rughe che solcavano il suo vecchio viso parvero alleviarsi.
Ed in quel momento, i suoi occhi chiari iniziarono ad essere immersi in calde e sentite lacrime, che, bagnandolo, ridavano sollievo a quel volto da troppo tempo sterile di gioia.
"Ogni notte" cominciò a dire accarezzando timidamente il volto di Elisabeth "ogni santa notte invoco Iddio che mi chiami a sè, per poter rivedere la mia Vickyen...ma so che ella ha altri piani. Ho sempre saputo che lei non avrebbe abbandonato la sua terre in balia di tante miserie e sofferenze..."
La voce sembrò, per l'emozione, venirgli meno. Ma, ripreso fiato, la donna continuò:
"Non è una semplice somiglianza...in voi, figlia mia, rivive lei! Ed è per questo che vi ha condotto qui..."
Elisabeth ascoltava stupita ed inquieta le parole di quella vecchia donna...