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Vecchio 19-10-2009, 00.52.17   #219
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Intanto, nello splendido Harem, Llamrei era alle prese con gli eunuchi.
Alle sue parole di sfida, tutte le altre donne risero di gusto.
Anche gli eunuchi si fissavano tra loro e con smorfie si prendevano gioco di lei.
Llamrei allora aveva tentato una fuga tanto disperata quanto improbabile.
"Nessuno può uscire da qui, senza il volere del padrone." Disse uno degli eunuchi.
Ed in quel momento, come un magico Sesamo, la porta della sala si aprì.
Tutti si inchinarono all'istante davanti a colui che era appena entrato.
Un uomo, alto e robusto, vestito con una sontuosa tunica rossa e nera, con ricami d'oro, fece il suo ingresso nella sala.
Aveva i lunghi capelli legati in un codino che scendeva lungo la schiena quasi fino a terra, mentre sul viso portava una maschera di giada purissima.
Fece un cenno e gli eunuchi si ritirarono.
Le donne gli si avvicinarono e cominciarono a stingersi attorno al suo corpo, come tante farfalle attirate dalla luce.
Egli però le allontanò e si avvicinò alla nuova arrivata, fissandola con attenzione.
"Mi era stato detto che una vivace ed irrequieta cerbiatta era giunta qui" cominciò a dire con un tono di voce che sembrava farsi accompagnare da una misteriosa musicalità "ma io, conoscendo la mania per l'esagerazione dei miei eunuchi, avevo dato poco ascolto alle loro parole. Devo però ricredermi...milady, il fuoco che divampa da voi arde come non mai...in poche altre donne ho sentito una tale passionalità..."
Fece un cenno ed alcune donne iniziarono a suonare arpe e cetre, mentre altre diffondevano inebrianti aromi nella stanza.
L'uomo dalla maschera di giada si sedette su un grosso e lussuoso seggio e si rivolse ancora a Llamrei:
"Dovete sapere, che qui i desideri di tutte voi vengono sempre esauditi...avete chiesto di parlarmi ed eccomi a voi..."


Nella foresta intanto, nella capanna, Hastatus, Dunmer ed Ammone avevano ascoltato tutto ciò che aveva raccontato loro quel vecchio frate.
"Volete che venga con voi a Camelot?" Disse questi. "E sia. In questa foresta, in fondo, un luogo vale l'altro. Però vi avverto, ho visto io stesso I Cavalieri di Anherd assediare e far capitolare città e feudi difesi da valenti e coraggiosi uomini. La loro ferocia ed il loro fanatismo non si fermano davanti a nulla."
Detto questo, raccolse le sue poche cose e si disse pronto a seguire quegli eroi fino a Camelot.


E proprio a Camelot la gente iniziava a percepire strani presentimenti ed ancestrali paure.
Morris, che vi era tornato da poco, fu avvicinato da alcuni soldati della guardia reale.
"Siamo preoccupati, milord" cominciò a dire uno di questi "gli abitanti di Camelot appaiono impauriti ed agitati. Da tre notti a questa parte le sentinelle hanno udito il sinistro suono di un corno. Ed ogni notte pareva più vicino..."
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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