Già, perché gli uomini erano immuni da tutto quello?
Cosa ci proteggeva?
Cosa ci rendeva capaci di resistere a quella forza che sembrava aver contagiato il mondo intero?
Io una risposta ce l’avevo, anche se non mi piaceva per niente, eppure era l’unica che mi sembrava potesse avere un senso in tutto quello.
La volontà…
“Forse noi uomini siamo immuni perché così vuole il creatore.. perché qualunque sia il suo scopo mira a far credere alle persone più semplici e impressionabili che stia arrivando la fine del mondo, o che so io…” preoccupata “Ma l’unica spiegazione che mi viene in mente è che dietro l’immunità degli uomini ci sia la precisa volontà del creatore… lui resta la chiave, a mio avviso: troviamo lui e avremo l’opportunità di fermare questa follia!”.
Più parlavo, e più i suoi occhi mi apparivano vicini.
Quegli occhi così belli, intensi e accesi, quegli occhi che sembravano nascondere infiniti mondi lontani, e io mi ritrovavo a pensare a quanto fosse fortunato chiunque li avesse visitati almeno una volta, perché qualunque cosa nascondessero era chiaro che nulla nel mondo esterno poteva competere con quello racchiuso nelle sfumature intense di quell’azzurro inconfondibile.
Arrossii pensando a quanto dovevo sembrargli ridicola, con gli occhi spalancati, il respiro corto, completamente persa in quel mare, annegata e alla deriva, senza alcuna possibilità di tornare sulla terra ferma.
Ma forse… forse non era un’impressione.
No, mi accorsi col cuore che batteva sempre più forte, eravamo davvero sempre più vicini.
Ora potevo sentire il suo respiro sul mio viso, calmo e caldo, quel respiro leggero che mi provocava intensi brividi ogni volta che sfiorava la mia pelle.
Ora invece potevo sentire il suo profumo, era ancora più vicino, quel profumo che mi sembrava di conoscere ma non riuscivo a ricordare, e che ora sarebbe stato unicamente legato a lui.
Ora il suo viso era così vicino… così vicino che…
L’allarme risuonò nella stanza, rompendo ancora una volta l’incanto di quel momento, quasi che il destino si fosse messo d’impegno per separarci.
Ma io non la bevevo, dopotutto, era stato il destino a farci incontrare e poi, pensai sorridendo, al ricordo di una canzone cantata mille volte “se il destino è contro… peggio per lui!”.
Ma non avevo tempo di perdermi nelle mie fantasticherie, o in quelle emozioni che avevano scelto proprio il momento peggiore per venire fuori, Ymmah ci stava dicendo che i robot stavano forzando la serratura, dovevamo pensare a qualcosa, e farlo in fretta.
“Dimmi che hai anche delle armi anti-robot nascoste qua dentro!” sospirai, guardando Icarius speranzosa.
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