Elisabeth, intanto, sotto lo sguardo della devota Caitli, pian piano si adormentò.
Poco dopo riaprì gli occhi.
La brughiera era verde come non mai ed il crepuscolo cominciava ad abbracciare ogni cosa.
In lontananza, sulla riva del lago, vide una donna seduta accanto a dei cespugli.
Le si avvicinò e vide il suo viso. Era la donna del ritratto. Era Vickyen.
Stava a terra ed aveva fra le mani un fiore.
"Questo fiore è il mio unico compagno nelle fredde e solitarie notti..." Cominciò a dire.
Si alzò e sorrise ad Elisabeth.
"Quella mattina di Aprile" continuò "lui stava qui, ad attendermi. Il nostro gioco preferito era quello di sfogliare i fiori e chiedere loro del nostro amore.
Quella mattina mi chiese del fiore. Io avevo l'ultimo petalo nascosto qui. Lui se ne accorse ed io scappai via...mi rincorse, rotolammo tra i cespugli. Ridevamo ed eravamo felici."
Si fermò un momento e poi riprese a dire:
"Lui mi fissò ed io smisi di ridere. Mi baciò e facemmo l'amore. E quella fu l'ultima volta."
Vickyen allora aprì la mano ed il vento fece volare via quel fiore che disperse i suoi petali in ogni direzione.
"Quell'uomo..." Disse ancora Vickyen "...non ti permetterà di amare nessuno. Nemmeno te stessa. Tu gli servi per poter evocare gli spiriti...vorrei darti il mio medaglione, ma riposa con me."
Si allontanò verso il lago e aggiunse:
"Dicono che fui arsa viva, ma non è vero. Nessuno avrebbe osato toccarmi. Quell'uomo mi spinse a fare ciò che ho fatto...sottraendomi il mio amore."
E si incamminò verso il centro del lago, sparendo nelle sue acque.
In quel momento Elisabeth riprese i sensi.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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