Ero come una sua preda, bloccata e braccata, ero completamente alla sua mercé.
Mi possedeva con una foga mai vista, era qualcosa di travolgente, impetuoso, come il mare in tempesta.
Inarrestabile.
Alla fine, poi, il culmine arrivò.
E fu un ulteriore coronamento, la quadratura del cerchio.
Non c'erano più le sue dita o le sue labbra ad arginare i miei gemiti e le mie grida.
Difatti, gridai, mentre lui gemette a lungo, con le mie unghie affondate nelle sue spalle.
Il momento rimase sospeso, ma la marea non si placò subito, a poco a poco.
Lo tenni stretto su di me, sul mio petto, accarezzandogli i capelli e ancora ansimando.
Cercò i miei occhi ed io lo guardai.
"Non so come faremo a tornare di sotto, dopo tutto quello che avranno sentito..." sussurrai piano, con un sorriso in parte divertito, ma in parte anche terrorizzato all'idea.
Mi sentivo appagata, amata, avevo aspettato questo momento troppo a lungo, ma onestamente mi dava i brividi il pensiero delle occhiate del dottore e della governante.
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BALTASAR GRACIÁN
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