Svaroska
L'estremità del promontorio, simile ad un molo colossale che spuntava dal mare azzurro di Vomer, sembrava invitare a seguire con lo sguardo la meta di tutti gli astrovascelli che solcavano dal pittoresco e sognante Capo di Buona Sorte, ossia le infinite stelle che scintillavano meravigliose nel cielo sterminato.
Quello specchio di mondo, dall'aria così intrisa di salsedine e dai crepuscoli malinconici e romantici, divisa in pittoresche penisole e limitato da basse e brulle colline con il verde bagliore dei boschi lontani.
Tutta questa striscia di terra sembrava così piatta da apparire come un foglio bianco posato sul mare, al punto da confondersi con la scia argentea della Luna sulle acqua piatte e salate.
E quelle stelle, così lontane eppure dall'illusione di potersi quasi raggiungere e toccare, parevano raccontare, a chi fosse rimasto a guardarle, storie di mondi e viaggi perduti.
Quante erano le stelle nella galassia di Svaroska?
Nessuno lo sapeva davvero e nessun uomo era mai riuscito a contarle tutte.
Qualcuno però ha sognato di una nave capace non solo di raggiungerle, ma di visitarle tutte.
E magari dare così a ciascuna di quelle stelle un nome diverso.
O forse il medesimo nome per ciascuna di esse.
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