Discussione: Accadde quel giorno
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Vecchio 05-01-2018, 00.40.23   #1369
Lady Gwen
Cittadino di Camelot
 
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Lady Gwen ha un'aura spettacolareLady Gwen ha un'aura spettacolare
Cominciava un'altra giornata.
Una giornata come le altre in cui avrei fissato il mio bellissimo astrovascello, la Norrena, dai muretti consunti del porto o dalle finestre opache della taverna, a seconda di come sarebbe evoluto tutto.
Ormai, era quasi un anno che cercavo una ciurma per ridare una nuova anima alla mia amata nave, ma nessuna ricerca aveva sortito effetto, per quanto massiccia, e credetemi, mi ero impegnata.
Ma il nostro, non era un settore facile. Non c'erano generali o accademie di spocchiosi, nel nostro mondo.
Se avevi il fegato, la costanza e la forza di stare al passo, oltre ad un pizzico di follia, potevi farne parte.
Altrimenti, eri fuori.
Avevo fatto mille prove, reclutato gente ed ero pure tornata in mare per provare, scelta molto difficile da fare, visto che avevo impiegato due mesi per superare la morte di mio padre.
E non aveva funzionato.
Non perchè non ce l'avessi fatta, conoscevo il mare come le mie tasche, per fortuna papà non mi aveva mai considerata incapace solo perchè ero la figlia femmina, ma perchè purtroppo avevo trovato la gente sbagliata, che pensava solo a dare fondo a tutte le scorte di rum della cambusa e a farsi assoldare come mercenari dai primi arrivati.
I capi della rivolta, i due più furbi della combriccola, li avevo dati in pasto ai pesci con una bella palla al piede per assicurargli un bel viaggio di sola andata in fondo al mare, tutti gli altri li avevo graziati lasciandoli andare e sbarazzandomene al primo porto utile. E gli era andata bene che non fossimo in volo.
Poi ero tornata qui e avevo ricominciato tutto da capo, anche se non avevo ancora concluso nulla.
Griz e Liman, rispettivamente il cuoco di bordo e il nostromo, gli unici due sopravvissuti al macello fatto dalla maledetta marina ducale che aveva tradito e fatto fuori mio padre, mi aiutavano a trovare le persone giuste, ma erano lontani i tempi in cui si andava per mare per un ideale, il nostro ideale, il nostro credo, ormai in giro c'erano solo maledetti mercenari pronti anche a tagliarsi una gamba per due monete in più.
Puntualmente da spendere in taverna, e voi sapete in cosa, non devo certo farvi un disegnino, anche perchè non ne avrei nemmeno voglia, vista la cera che avevo stamattina.
Appena aperti gli occhi e voltata la testa, avevo sentito un forte dolore allo zigomo destro, proprio sotto l'occhio.
Cos'era successo ieri sera?
Questo pezzo mi mancava...
Ah, già.
Ora ricordavo.
Ero andata alla solita taverna per avvisare Griz e Liman, impegnati a giocare a carte, che forse avevo trovato le persone giuste, dei tizi stranieri appena arrivati, ma un tizio si era messo in mezzo dicendo che non si sarebbero alzati finchè lui non avesse riguadagnato tutti i soldi della partita; con la pazienza al limite del sopportabile, come sempre, scherzando gli dissi che se erano così importanti glieli avrei dati io, ma quello si era alterato dicendo che non voleva soldi da una femmina.
Da lì era scaturita tutta una discussione che aveva portato, inevitabilmente, alle maniere forti.
Da quel che ricordavo, dovevo averlo steso il tizio, avevo davanti agli occhi l'immagine del taverniere che lo alzava malamente da terra, poi dovevo essere tornata qui, nella mia bellissima reggia, fatta di quattro pareti, una brandina, una sedia e un tavolo, ma era molto meglio che niente.
Ma che cosa ci potevo fare? Se mi si mancava di rispetto, io reagivo.
Era indispensabile farsi rispettare e farsi valere fin da subito, altrimenti era finita.
Trovai un piccolo pezzo di specchio a terra, vicino al letto, lo presi facendo attenzione a non tagliarmi e vidi un meraviglioso e artistico livido violaceo contornato da un alone giallastro.
Liquidai la cosa con un'alzata di spalle mentre mettevo via il pezzo di specchio e mi preparai per uscire.
Indossai poi il cappello, presi il cinturone con pistola e spada e mi immersi nel viavai mattutino.
Le carrozze correvano avanti e indietro, trasportando di gran carriera gran dame impellicciate a chissà quale evento aristocratico o che so io, donne con ceste di vimini dirette al mercato e maestri d'ascia diretti ai cantieri navali.
Decisi che mi sarei diretta al porto, era lì che di solito trovavo Griz e Liman e volevo sapere se c'era qualche bella novità in serbo per me.



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BALTASAR GRACIÁN


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