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Vecchio 20-10-2009, 18.35.58   #249
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
La vecchia Caitli ascoltava con attenzione e devozione le parole di Elisabeth.
"Mia signora" disse "io non so di queste cose. Non so se esiste un luogo dove davvero il giorno e la notte possono incontrarsi. Se esiste, quel posto è per pochi privilegiati...e so per certo che ora, la mia Vickyen, è li con il suo amato."
Poi estrasse da una borsa uno scrigno, riccamente intarsiato e lavorato.
Lo aprì e le mostrò le cose in esso contenute.
"Queste cose sono appartenute a lei...manca solo il suo medaglione, capace di respingere ogni maledizione ed incantesimo. L'aveva al collo quando morì e lo sa solo il Cielo dove si trova adesso..."


Intanto, nella foresta, Dunmer aveva incontrato una bambina che chiedeva aiuto.
"Presto, signori" gridava impaurita e tremante "venite a casa o per la mia famiglia sarà la fine!"
"Che facciamo, milord?" Chiese inquieto il suo luogotenente. "Questa foresta mi piace sempre meno..."


Anche Llamrei era nella foresta. Anzi nel cuore stesso della misteriosa foresta.
Aveva, con un azione decisa, preso un cavallo ed era sul punto di galoppare via.
Ma quesgli uomini circondarono il cavallo e lo costrinsero a bloccare il suo tentativo di fuga.
Poi fecero scendere la ragazza e la tennero ferma.
"State calma, milady." Disse quello che sembrava essere il loro capo. "Qui nessuno vi torcerà un capello. Siamo dei mercanti, accampati qui per la notte. Raccontateci cosa vi è successo e dove si trova ora il vostro amico. Siamo una decina e ben armati. Non negheremo mai a nessuno il nostro aiuto."
Detto questo, la fece sedere accanto al fuoco e le fece portare qualcosa di caldo.


Intanto, nel misterioso palazzo degli eretici, l'uomo dalla maschera era seduto adirato sul suo seggio.
Un'ancella gli medicava il taglio fattogli da Llamrei.
Egli intrise un dito nel suo stesse sangue e se lo portò alla bocca.
"Llamrei, Llamrei..." sussurrò "...selvatica puledra, io saprò domarti e ti avrò presto con me...ed i piaceri sensuali del mio palazzo saranno la tua estasi e la tua gioia...per sempre!"


Mentre accadevano questi eventi, a Camelot vi erano forte agitazione e sinistri presentimenti.
Ad un tratto si udì ancora una volta il malefico suono del Braminga.
Stavolta proveniva da un punto diverso. Apparve chiaro ad Hastatus e Morris che era praticamente impossibile capire da dove provenisse con precisione.
"Quel maledetto corno!" Disse il monaco. "E' il demonio in persona che lo suona!"
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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