Dopo un po', Marion entrò in cabina, per avvisarmi della cena.
Allora, di buona lena, finii l'uva ed iniziai a preparare l'acqua per il bagno.
La stanza si riempì dopo poco di vapore profumato e la preziosità dei profumi sembrava palpabile nell'aria.
Mi ricordava di quando papà mi portava quelle essenze esotiche fantastiche, quando capitava che io non prendessi parte ad un viaggio.
Superstizione o no, rimasi un bel po' in quell'acqua meravigliosamente calda e profumata, anche se poi a malincuore dovetti uscire, perché non volevo rischiare di far tardi.
Avvolta in un telo, passai in rassegna l'armadio e trascorsi i primi minuti a storcere il naso di fronte a fiocchi, pizzi e merletti.
Dio...
Cercai, cercai, finché non riuscii ad assemblare insieme una camicia bianca a righe nere, più preziosa di quelle che indossavo di solito, sopra ad essa misi un corsetto nero e abbinai il tutto a pantaloni e stivali neri in pelle.
Sì, decisamente meglio di quei vestiti.
Una volta pronta, lasciai la cabina.
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