Quando li accolsi ero ancora diversa, l'abito nero non mi si addiceva più, perchè il mio umore ora era decisamente mutato.
Dentro di me l'inquietudine e il desiderio di vendetta per chiunque avesse ridotto in quel modo il mio regno era forte, potente.
Ma ancor più forte era la mia felicità nell'averli di nuovo con me, nel vedere i loro sguardi azzurri, i loro visi, sentire la loro voce.
Erano salivi, erano salvi ed erano tornati da me, non potevo essere più felice.
Così, scelsi un abito che si legava alla mia felicità, un abito bianco, impalpabile, un pizzo leggero mi copriva il petto, mentre una gonna in organza accarezzava le mie gambe sottolineate in ogni movimento dal generoso spacco laterale.
Abbandonai il vestibolo all'aperto, con l'ampio colonnato a circondare quello splendido terrazzino che divideva i miei appartamenti, e tornai nella sala grande, giusto in tempo per il ritorno delle ancelle, e soprattuto dei miei due meravigliosi condottieri.
Andai loro incontro allargando le braccia.
Loro parlarono subito dell'attacco e io mentre li ascoltavo li presi per mano.
"Avanti, raccontatemi tutto, miei eroi..." dolcemente mentre li accompagnavo verso il divano per poi sedermi tra di loro in modo lascivo, di traverso, con il busto appoggiato al petto di Taddeon e le gambe stese su quelle di capitan Fiore.