Discussione: Accadde quel giorno
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Vecchio 27-01-2018, 19.16.19   #2146
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Chiusi gli occhi quando le sue labbra trovarono i miei seni che fremevano, turgidi e caldi, quei seni che non chiedevano altro se non di essere raggiunti dalle sue labbra, fatte di brama e desiderio disperato.
Mi abbandonai, stringendo sempre più forte la sua testa al mio petto, in modo da fargli assaporare ancora di più quel seno che non aspettava altro
Gemevo senza ritegno mentre mi stringevo a lui, mentre la sua lingua assaporava la mia pelle, facendomi impazzire come mai prima d’ora.
Che stava pensando ora?
Ero riuscita a catturare ogni suo respiro?
Ogni suo battito?
Ogni parte del suo essere?
Sentivo il mio cuore battere sempre più forte, ancora e ancora, quel cuore che ora era così vicino alla bocca appassionata di Taddeon, quel cuore che si era fatto grande per accogliere quelli dei miei due condottieri, dei miei eroi.
Fu in quel momento che sentii le labbra di Capitan Fiore sulla mia schiena e un brivido intenso e caldo mi avvolse tutta.
Portai una mano dietro di me, a cercare il suo volto, i suoi capelli, volevo un contatto, volevo sentirlo, stringerlo.
Quando poi la sua bocca scese sempre più sul mio corpo, mi sentii scuotere da un fremito incontrollato.
Lo sentii sulle mie natiche e persi definitivamente il controllo.
Li volevo, volevo perdermi in loro, e farli perdere in me, in un mondo che esisteva solo per noi. Quel mondo fatto di felicità intensa e ineguagliabile, di desiderio disperato, di passione assoluta.
Quanto erano meravigliosi quei due uomini, quanto erano capaci di accendermi, farmi ardere sempre di più, bruciarmi poco a poco e insieme consumarmi in un momento.
Non avevo mai provato nulla di simile, ero totalmente abbandonata, persa tra quei due.
Lasciai cadere la testa all’indietro, gemendo sempre più forte, con gli occhi spalancati in un’estasi senza fine che si nutriva della consapevolezza che quello era solo l’inizio.
“Mi farete morire...” gemetti, stringendoli entrambi, per quel che potevo “Vi adoro...”.
Era vero, non avevo mai adorato nessuno quanto loro, in nessuna parte della galassia.
Era tutto così forte, intenso, era qualcosa che riempiva il cuore rendendolo sensibile a ogni attacco, vulnerabile alla minima variazione di quell’estasi perfetta.
Ma non sarei mai tornata indietro, tutto quello era il mio destino, e io mi ci stavo tuffando con tutta me stessa.
Gli appartenevo ora, e nulla avrebbe mai potuto cambiare questo.
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