L'aria era calda intorno a noi, calda e carica di tutta l'atmosfera infuocata che si stava creando tra noi.
Il mio battito accelerava sempre di più, la pelle di lui mi sembra persino più calda a furia di accarezzarla, tastarla, toccarla, assaporarla in quello che non era più un massaggio ma più un modo per scoprici.
Poi quella sfida, quel nome in premio, che mi accese ancora di più.
Mi alzai appena mentre si voltava, ma lo stesso sentii il suo corpo tra le mia gambe piegate, sentii e assaporai ogni movimento senza mai togliere il mio sguardo dal suo.
Quando poi restò davanti a me, mezzo nudo, in tutto il suo splendore, restai ad osservarlo per un lungo istante, a cavalcioni su di lui.
Entrambi evitammo di commentare quanto fosse sconveniente quella posizione, quanto lo sentissi sotto di me, in tutta la sua potenza, quanto percepissi la sua eccitazione crescere sempre di più, farsi ardente e salda.
Allora presi di nuovo l'olio e glielo feci colare su tutto il petto, senza smettere mai di guardarlo negli occhi, lasciai poi le mie mani scorrere sulla sua pelle, chinandomi di lui per raggiungere il collo, per poi tornare indietro, e quei movimenti delle mie braccia in realtà riflettevano movimenti di tutto il mio corpo, compreso il bacino che piano, premendo su di lui si muoveva in modo ritmico, creando un contatto sempre più sensuale, sempre più proibito.
Oh, avrei avuto il suo nome... e non era l'unica cosa che volevo, ormai questo mi appariva nitido e chiaro nella mia mente.
|