Ora l'avevamo circondato, era in mezzo a noi, non poteva scappare.
Possibile che non si sentisse messo alle strette?
"Oh ma davvero rifiuterebbe aiuto a delle studentesse che si stanno impegnando tanto per avere un bel voto?" guardandolo negli occhi con il tono più fermo ma gli occhi ancora da cucciolo.
Erano tutte lì, intorno a lui, con le mani allungate a chiamarlo, sentirlo, trattenuto, toccarlo.
Mani che ora continuavano a recitare quella parte di bambine monelle, ma che avrebbero potuto diventare da un momento all'altro strumenti di tortura, dolore, morte.
Dovevamo solo decidere che quel gioco non ci piaceva più, e volevamo tornare ad essere noi stesse.
E chissà... forse la nostra pazienza stava per esaurire.
Dopotutto quante volte da bambini abbiamo piantato lì di punto in bianco un gioco perchè non ci piaceva più?
Il bello di essere libere era anche quello: potevamo fare una cosa finchè ci andava, e poi piantarla lì quando ci avesse stufato.
Ma poi arrivò una macchina, e scesero proprio quei due che avevo malmenato alla festa.
Uno, ne avevo malmenato uno solo.
Giusto!
Ma guarda che bei lividi che ha...
Mi irrigidii per un momento, pronta a scattare nel momento in cui ci avesse riconosciuto.
Non lo fece.
Poi mi ricordai! Mi ricordai di come si era comportato con noi alla festa...
Oh, questo ci casca, oh si..
"Eh, in realtà vuole andare via il dottore.." con una tenerissima aria da broncio "Noi vogliamo chiedergli aiuto per un compito in classe, ma lui vuole scappare via.." con gli coccoloni tristi e delusi.
Chissà se Orzillon finirà nella nostra tela.
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