Erano le 18 precise quando Elv suonò al citofono.
Prima di scendere, lasciai le chiavi alla vicina in modo che si occupasse di Iside, nel quale sguardo leggevo quasi una maliziosa consapevolezza.
Scesi finalmente giù.
"Bene, siamo pronti" dissi, sorridendo, con voce esaltata.
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