Pavel guardò Nyoko negli occhi per un tempo che parve infinito.
Poi la sua espressione mutò e scoppiò a ridere.
“Si, certo...” disse divertito “... come dicono i Cattolici? Ah, si... ognuno di noi ha un Angelo Custode... e tu sei il mio, dico bene?” Sarcastico. “Si, certo certo... come no... prima mi accoltelli, poi ti sveli...” annuendo ironico “... va bene, sarà meglio che vada...” avviandosi verso l'uscita “... stammi bene... peccato, sei carina e ti avrei preferito una ragazza in carne ed ossa, invece che un Angelo...” scuotendo il capo senza smettere di ridere “... stammi bene, bellezza.” Ed uscì dalla casa di lei.
Gwen ed Elv arrivarono all'aberghetto nella brughiera.
Era un luogo appartato, tranquillo, di uno stile rustico ed antico.
La stanza prenotata era in Arte Povera, accogliente e rassicurante.
“Un bel posticino devo dire...” disse Elv guardandosi intorno “... si, mi piace non poco...” guardando il panorama campestre dalla finestra “... e credo mi ispirerà non poco.”
Altea e l'uomo misterioso arrivarono davanti al maniero dei Taddei.
Lui si guardò intorno e poi fissò l'antico castello.
“E' come l'avevo immaginato devo dire.” Disse lui. “Si, non troppo diverso dai disegni e dai quadri che ho visto.” Voltandosi poi verso la stilista. “Sono fortunato ad avere una celebrità come guida.” Con un cenno del capo per ringraziarla. “Le sono debitore.”
Altea notò dal finestrino che sul sedile posteriore dell'auto di lui c'era un bellissimo mazzo di rose di un blu intenso.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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