Guisgard annuì ad Altea.
“Beh...” disse imbarazzato “... siete molto bella, signora...” abbozzando un sorriso.
Petronilla fece entrare i due uomini.
Non erano quelli delle pizze, ma Ozzlon e Lion.
“Noi, non perdiamo mai di vista Sir Guisgard.” Ridendo Ozzlon.
Elv la guardò.
La guardò a lungo.
La guardò tutta.
Su tutto il suo corpo, con lo sguardo che seguiva ogni sua forma, ogni sua nudità.
Cominciò a disegnare quell'immagine, quel corpo nudo.
Quei seni giovani e sodi, i capezzoli rosati e turgidi, le gambe scoperte e morbide.
Guardava il foglio e guardava lei.
La matita scivolava leggera, sicura, riportando ogni tratto e forma.
La disegnò nella bucolica campagna, tra cespugli e bacche, quasi fosse un frutto proibito, sensuale.
Trasferì quella stanza e quel lettino in una campagna idealizzata, incontaminata e pura.
Il luogo ideale in cui fare l'amore.
Gwen si ritrovò per incanto in quel quadretto pastorale, libera e bellissima.
Libera di essere amata.