La sua mano sul foglio si muoveva delicata ma al contempo frenetica, come il suo sguardo fra me e il lavoro che prendeva sempre più forma.
Riuscivo a sbirciare di tanto in tanto, sembrava uno di quei dipinti neo-classicisti di Godward, Bouguereau o Alma Tadema.
Quei quadri dall'atmosfera bucolica e fantastica, immersi nelle radure arcadiche della Grecia antica.
E non potevo fare a meno di pensare che ci avevo visto giusto su di lui.
Adoravo la sua anima, quella che permeava da quelle immagini, era semplicemente sublime e mi sentivo davvero fortunata ad averlo trovato.
Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk