Iniziavamo a giocare, oh si.
Lui forse non si era accorto della porta che si apriva, infatti questa si richiuse sbattendo.
Un rumore sordo, forte, che sovrastò il rumore della radio.
Allora per un momento la luce della lampada mutò direzione, illuminando la tenda, mostrando il mio corpo in chiaroscuro.
Poteva vedere le mie forme che si muovevano appena, sinuose ed invitanti.
"Guisgard..." lo chiamai nuovamente, con la voce calda, intensa, sensuale.
Un tono che era un invito.
L'invito ad unirsi alla caccia.
Poi di nuovo il buio.
E la radio che si spense improvvisamente.
|