Finalmente il nostro rampollo aveva iniziato a giocare con noi, anche se in modo inconsapevole.
Accese la lampada e si alzò di scatto.
Tutto era normale, come se nulla fosse, quella luce illuminava la tenda dietro la quale mi nascondevo ora era così forte da non fare contrasto e non mettere in evidenza la mia presenza lì.
Si guardava intorno con quegli occhioni spaventati.
Ma proprio in que momento la porta si aprì di nuovo, e si udì dal corridoio una voce che lo chiamava.
Poi di nuovo il silenzio, solo per un momento, e la radio che si accese nuovamente.
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