Lo toccammo, lo toccammo ovunque sotto quelle coperte, eccitate com'eravamo da quella situazione non ci preoccupavamo certo che le nostre mani fossero caste, anzi, per quel poco tempo che il gioco ci concedeva avevamo assaporato quanto più di quel corpo avessimo a disposizione, poco importava se si trattava di qualcosa di proibito.
Non esisteva quella parola nel nostro vocabolario, esisteva solo quello che volevamo prenderci, e lui, i suoi occhioni, il suo sorriso, il suo corpo bellissimo e quello che avevamo intravisto per un attimo quando gli aveva aperto la vestaglia quella donna lo volevamo, oh lo volevamo eccome.
Lui si precipitò verso la porta, gridando in silenzio, con un'espressione terrorizzata.
Quasi quasi mi sento in colpa per questo povero ragazzo... anzi no, non mi sento in colpa per niente.
Mentre lui era voltato nella direzione della porta spensi la luce, era il segnale per Ellie, che nel frattempo era uscita dalla stanza con la chiave di chiudere la porta dall'esterno.
Era buio, e per un momento si sentì solo la chiave che girava nella toppa.
Era in trappola.
Tutto nostro...
A quel punto uscii dal nascondiglio, facendo segno alle altre di seguirmi e di circondarlo nel buio più totale.
Volevo che fossimo tutte intorno a lui, iniziai a toccarlo invitando le altre a fare lo stesso.
Dovevamo toccarlo tutto con una stessa pressione, una stessa leggerezza, praticamente, doveva essere come se fossimo un'unica persona con tutte quelle braccia che sembravano non saziarsi mai del corpo di lui.
Dovevano esserci mani che lo toccavano ovunque: sul petto, sulla schiena, sulle gambe, sul collo, sul viso, fino a scendere più giù, sfiorare quei boxer che nascondevano una virilità che ancora non avevamo potuto apprezzare.
Ma chissà...
Ultima modifica di Clio : 12-03-2018 alle ore 01.39.41.
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