Guisgard era in balia di quelle 4 scatenate ragazze vestite solo di latex e tutte intorno a lui.
Le guardava, tutte, desiderandole alla follia.
Parlavo tutte insieme, sovrapponendo le loro voci, confondendole fino ad essere una sola, sensuale e tentatrice.
Lui era sul punto di perdere il senno.
Clio non smetteva di stringere la sua virilità, muovendo quella mano ad arte e strappandogli lenti gemiti di piacere.
Era timido, impacciato, eppure quella mascolinità tradiva un vigore tutt'altro che goffo.
Poi le parole di lei.
Lui annuì, chiuse gli occhi e si sporse con le labbra verso di lei.
Non c'erano più limiti, né inibizioni.
Lui era chino sul suo petto, assaporandone i seni, giocando con la lingua sui suoi turgidi capezzoli.
La mano invece era fra le gambe di Gwen, audace, sicura, bagnata, esperta.
Era un gioco sempre più sfrenato, più profondo, più libero, più bello.
Lei sentiva quelle dita entrarle dentro, nell'anima, muovendosi libere, ovunque, senza sosta.
Si sentiva persa, in balia di quei movimenti, di quei giochi erotici.
Non riusciva a stare ferma, sussultava, si contorceva dal piacere.
Lui era saldo, sicuro, insaziabile, con la bocca avida sui suoi seni e con quella mano che non voleva smettere di toccarla tutta.
Tutta.
Il signor Taddei rise piano.
"Vede..." disse Bell ad Altea "... il signor Taddei è il solo e legittimo erede di Ser Taddeo... colui che ora risiede al castello è un impostore."
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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