Elv rise alla battuta di Gwen.
“Speriamo, così i fanatici si sentiranno al sicuro.” Disse divertito.
Entrarono.
L'osteria era alla buona, rustica, forse anche troppo, con le pareti consumate dall'umidità ed ammuffita per i vapori della cucina.
Il soffitto era ormai tutto scuro per la caligine dovuta al grosso focolare, nel quale bruciava un pesante ceppo di faggio.
C'erano pochi tavoli e quasi tutti vuoti.
Appena entrati i due giovani si sentirono addosso gli sguardi cupi dei pochi presenti.
Sulle pareti vi erano diverse Immagini Sante, perlopiù raffiguranti la Vergine col Bambino ed un Crocifisso di legno che troneggiava sul bancone dove l'oste riempiva alcune damigiane di vino.
Le altre ragazze si avvicinarono a Clio guardando la misteriosa lettera chiusa.
“Mai vista...” disse Viki.
“Sembra molto vecchia...” Ellie.
“Antica, non vecchia.” Precisò Vivian.
“E' uguale.” Con noncuranza Ellie.
“E' roba da universitari, noi avevamo di meglio da fare che studiare.” Ridendo maliziosa Jackie.
Il rampollo era timido, imbranato, ma Altea stava constatando che la sua mascolinità sapeva essere notevole.
Poi lei si lanciò sulla sua bocca per baciarlo, con lui immobile, nudo ed eccitato sotto l'acqua che scorreva.
“Non c'è tempo.” Disse da fuori Ergolin. “Il dottor Guadag deve parlarle subito, milord... credo sia molto urgente... pare abbia scoperto novità sull'eredità ed il suo erede...”
A quelle parole Guisgard sbiancò e guardò Altea negli occhi.
Pavel era perplesso.
Cominciò a toccare, titubante, quelle strane cose sulla schiena di Nyoko, senza capire cosa fossero davvero.
“Non capisco cosa siano...” disse “... sono diverse dalla tua pelle che è invece morbida...” sfiorandole piano la schiena.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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