Stavo impazzendo, letteralmente, stavo perdendo il controllo e la testa.
Ogni fibra del mio essere bramava di più, voleva di più, implodeva ad ogni secondo che passava.
Quel gioco era meraviglioso, così come lo era lo sguardo di lui velato dalla passione, ottenebrato dal piacere, colmo di godimento e ripieno di desiderio.
Quello sguardo azzurro e grigio che ora si era fatto rosso per l'eccitazione, come fosse quello di un demone pronto a succhiare via la mia anima.
E io ero lì, ai suoi piedi a bramare tutta quella oscurità, tutta quella ossessione, tutta quella dipendenza, ero lì, supplice, ad offrirgli in dono tutta la mia anima.
E più mi incitava in quel suo tono straniero, più io perdevo il controllo, specie leggendo nella sua voce quella sfumatura che indicava quanto fosse ormai al limite, quanto stesse per cedere, per perdersi completamente in me.
Ma poi, mi tese la mano e mi invitò ad andare da lui.
Lasciai scivolare a malincuore quel meraviglioso membro dalle mie labbra, posandogli un lieve bacio sulle punta mentre lo guardavo con occhi maliziosi.
Poi mi alzai e mi misi a cavalcioni su di lui, questa volta però, non mi sarei strusciata contro di lui, oh no.
Nel mettermi sopra di lui lasciai che quella virilità ormai al limite mi penetrasse completamente e nel farlo non lasciai mai i suoi occhi, volevo assaporare quel momento, lentamente, fino in fondo, occhi negli occhi, mentre i corpi si mischiavano e le anime si intrecciavano tra loro.
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