Discussione: Il segno del Gufo
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Vecchio 28-03-2018, 17.14.42   #1173
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Gridava Clio.
Gridava per il piacere ed il dolore che si susseguivano e si fondevano dentro di lei.
Era totalmente sottomessa, alla mercé di quell'uomo e della sua insaziabile fame sessuale.
La teneva ferma con forza, bloccandola alla nuca e stringendole il seno che ormai era rosso e dolorante.
Ad ogni colpo, ad ogni spinta lei gridava di più.
Le sue grida coprivano i gemiti e le risatine delle altre ragazze, mentre il suo corpo sudato le faceva sentire bruciore nel virile contatto con quello di Ordifren.
Il corpo della teppista era ricoperto di sudore, dalla testa ai piedi.
Il trucco sul viso si scioglieva e colava copioso, rendendo il suo bel viso una maschera lasciva di perversione e sfinimento.
Quell'uomo indemoniato non cessava di dominarla, penetrarla, montarla come si fa con una puledra da fiaccare.
Lui sembrava volerla non solo soggiogare, ma anche sfinirla, umiliarla, annientarla.
Provava dolore e piacere allo stesso tempo in balia di quell'uomo.
Gridava, godeva e soffriva.
Si sentiva sua, ma anche persa, maledetta, sozza.
Profondamente sporca.
I colpi erano sempre più intensi, veloci, vigorosi, quasi a volerle far male, a distruggere ogni sua resistenza e difesa.
Quelle spinte insaziabile portarono Clio ad appoggiarsi a terra, con la testa sul pavimento, mentre lui la teneva sempre per la nuca.
Prese a premere il suo collo in modo che la testa di Clio fosse bloccata sul pavimento, senza fermarsi e continuando a cavalcarla come si fa con i cavalli lanciati in folli corse per far perdere loro il senno.
Tutto ciò continuò, continuò a lungo.
Con foga, vigore, avidità, cattiveria.
Virilità e brutalità senza limiti.
Non c'era morale, né nulla di simile.
Clio sentiva l'umidità vischiosa che attraversava il suo corpo.
Forse era il suo stesso sangue.
Poi quel gemito di lui, quasi un grugnito, un ululato.
Allora la prese per i capelli costringendola a restare in ginocchio ai suoi piedi, con tutte le altre ragazze che subito si inginocchiarono con lei.
Così lui le invase con la sua linfa malvagia e maledetta, quasi ungendole col seme del male per prendere possesso non solo dei loro corpi ma anche delle loro anime.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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