Ero lì, in ginocchio davanti a lui, in mezzo alle mie ragazze, anche loro marchiate da quell'esplosione di virilità e malvagità.
Eppure... io mi sentivo in pace.
Era come se sentisi che quello era il mio posto, il nostro posto, che avevamo tanto girato alla ricerca del caos, dell'oscurità che ci avrebbe completato e ora l'avessimo finalmente trovata.
Lo guardavo sopra di noi, era ancora ansimante per il meraviglioso amplesso che ci aveva unito.
Il modo in cui ci guardava mi faceva ancora venire i brividi lungo tutto il corpo.
E il tono della sua voce, con quell'accento straniero, mi accarezzava la pelle come una lenta e inesorabile carezza.
Quell'uomo mi aveva stregato, conquistato, drogato di sé.
Perché ora non desideravo altro che averne ancora, ancora, ancora.
Ero letteralmente fuori di me, completamente fradicia, sudata, bagnata.
Poi accarezzò le nostre teste, una per una, e mi fissava in quel modo che riaccendeva immediatamente il mio desiderio e il fuoco tra le mie cosce.
"Davvero siamo brave, signore?" con gli occhi nei suoi, allungando una mano per toccarlo, sicura che lo avrebbero fatto anche le altre attorno a me.
"Qualunque cosa per il nostro signore..." accarezzandolo tutto, le mani, il membro ormai rilassato, il bacino, ovunque.
Ero sua, completamente.
|