Disattivato
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Sorrisi, divertita, nel vedere che Aegos sotto di me si agitava.
Oh, andiamo, è solo un vecchio impotente, cosa vuoi che faccia?
Ma mi piaceva, quel suo temperamento, quel suo essere così eccitato e, cosa più importante, mi piaceva constatare che la sua eccitazione non era affatto scemata all'entrata del povero Stuardo.
Ascoltai il vecchio con un sorriso compiaciuto.
"Benissimo, dunque!" annuii "Fallo accomodare, offrigli del tè, dei pasticcini, oppure qualcosa di alcolico, una ragazza, insomma quello che gli pare dicendogli che la tua padrona è molto lieta del suo arrivo e si sta preparando per essere perfetta gli occhi del suo padrone, il Maresciallo!" sorridendo "E ora vai.. vai.. sciò!" con un gesto della mano.
Un gesto brusco, rapido che produsse un vento così forte da spostare di peso il vecchio servo, farlo finire fuori dalla porta e chiudere la stessa dietro di lui.
Con poteri del genere, tanto vale usarli anche per le piccole cose.
Ora eravamo di nuovo soli, io e lui.
Senza dire una parola infilai in me quel membro in attesa, caldo e saldo, tenendo sempre lo sguardo fisso negli occhi di lui.
"Che aspetti pure..." iniziando a muovermi sopra di lui con frenesia, ardore, passione, quasi con cattiveria "Che aspetti...".
La voce cominciava ad essere più incerta, velata dal piacere che mi dava quell'amplesso.
"Io non spreco nemmeno un istante..." la voce ormai era trasfigurata, quasi un gemito unico.
No, io amavo vivere ogni istante, ogni momento appieno.
Avevo giurato a me stessa che non avrei sprecato nemmeno un istante che mi fosse concesso, nemmeno uno, che avrei seguito il mio istinto, le mie passioni e i miei desideri sempre, a qualunque costo.
E ora, desideravo lui, volevo lui, disperatamente.
Allora mi lanciai in quell'amplesso, dimenticando il resto del mondo, fregandomene della decenza e del pudore, della morale e di tutte quelle scuse che usa la gente normale per giustificare il proprio non avere il coraggio di prendere tutto ciò che desidera dalla vita.
Mi muovevo su di lui, le mani incatenate alle sue che teneva più alto della mia testa, le teneva salde, mentre mi guardava negli occhi, ansimando sempre di più.
Continuavo, continuavo e continuavo, senza mai fermarmi, senza mai cedere.
Volevo tutto, volevo il piacere immenso che quell'amplesso mi avrebbe dato, volevo rubare la sua anima e legarla a me anche se la mia non sarebbe mai stata legata alla sua, era la mia bestiola dopotutto, legata a me in modo sempre più intenso.
Ogni spinta era più mio, ogni gemito mi apparteneva di più, ogni scarica di piacere era più perso.
E io mi godevo ogni istante, ogni momento.
Sentivo il piacere scorrere in me, sempre più intensamente, sempre più caldo, sempre più intenso.
Oh sì, come mi sentivo viva in quel momento.
Ero viva e nient'altro aveva importanza.
Ero viva e quello era un modo meraviglioso di vivere.
Ero viva e niente e nessuno mi avrebbe potuto sconfiggere.
Nemmeno tu maledettissimo fiore!
Ultima modifica di Clio : 10-04-2018 alle ore 18.24.12.
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