Gwen attraversava i corridoio del palazzo, avvolti da una cupa penombra e scanditi dal rumore dei tacchi della vampira, mentre da fuori giungevano gli agghiaccianti ululati dei lupi lontani.
Come un'ombra proibita e dannata, con il lungo strascico del suo abito gotico, la bella vampira si aggirava agitata in quella dimora maledetta e dimenticata.
“Eccomi...” disse arrivando Tatiana dalla penombra “... mi hai chiamata?”
Il cusode prese il dono di Altea per il Maresciallo ed annuì.
“Sicuramente consegnerò questo vostro dono ed anche le parole che avete pronunciato al Maresciallo, madama.” Disse con riverenza.
“Temo ora si debba andare, madama.” Derico ad Altea. “E' sera ed il castello è sorvegliato.”
Così raggiunsero l'uscita del maniero.
“Sapete...” mormorò Derico a lei “... potrei essere geloso di quel dono al Maresciallo ed alle vostre parole.” Appena furono fuori dal castello, col tono di chi voleva entrare in confidenza.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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