Elv terminò la sua cena e con Gwen uscirono nel cortile.
Era una notte silenziosa e sognante, con quegli ululati che ora erano cessati.
Non si vedeva nessuno e non si sentiva alcun rumore.
I fiori notturni, come boccioli di frammenti di un'oscurità atavica e perduta, parevano sbocciare in infiniti frutti di gemme infernali.
Le ombre del giardino erano vaghe ed animate al passaggio dei due, come se un sinistro sortilegio aleggiava intorno a loro.
Era una meravigliosa ed inquietante notte gotica, quasi un trionfo di spettri e demoni liberati dal crepuscolo ormai svanito.
“E' un posto singolare...” disse Elv “... un po' ti somiglia... è misterioso, magnificamente inquietante e sembra amare la notte proprio come la ami tu...” fissando Gwen.
Icarius si voltò di scatto e vide Clio.
“Oh, madama...” disse sorpreso “... si, ho chiuso la serra... per oggi il mio lavoro è finito... vi occorreva qualcosa?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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