Elv guardò ancora Gwen negli occhi e mano nella mano penetrarono ancor più più in quel giardino fatto di ombre e di silenzi.
Le fattezze della notte animavano quel mondo segreto, sospeso tra la bellezza perduta e la disperata dannazione.
Un lieve alito di vento accarezzava le foglie selvagge le siepi incolte, liberando un lento e malinconico fruscio simile ad un lamento ammaliante e soffuso.
I due più avanzavano, più quel mondo oscuro sembrava aprirsi, accoglierli e richiudersi avvolgendoli e rapendoli.
“Che strana notte...” disse piano lui “... sembra nascondere tanti misteri, non trovi?”
Pian piano, poi, prese a calare una leggera e vaga foschia, simile ad una nebbia opaca.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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